Gli indirizzi IP vengono assegnati a qualsiasi dispositivo collegato a Internet, per consentire loro un’identificazione univoca. È grazie a questi che è possibile comunicare online. Ma considerando che le possibili combinazioni di indirizzi IPv4 standard sono 4,3 miliardi e che al momento sono circa 4,66 miliardi gli utenti attivi su internet, cosa succederà quando gli indirizzi IP saranno esauriti?
Può succedere che alcuni dispositivi non abbiano un indirizzo IP? No, quindi in questo senso non hai assolutamente nulla di cui preoccuparti. Detto questo, possiamo dire con certezza che rispetto all’inizio dell’era “indirizzi IPv4” le cose sono cambiate parecchio. Per questo, ho deciso di proporti cinque fatti importanti da sapere a riguardo già pubblicati (in inglese) sul blog di IPVanish, una delle migliori VPN sul mercato.
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1. Quando si parla di indirizzi IP, si intendono gli IPv4
L’Internet Protocol (IP) è un insieme di regole e protocolli, che viene utilizzato dai computer per comunicare. Nella maggior parte dei casi, quando si parla di indirizzi IP, ci si riferisce a quelli standard IPv4. Questa tipologia di indirizzo IP è stata creato negli anni ’80, utilizza numeri a 32 bit, solitamente suddivisi in 4 gruppi da 8 bit, separati da un punto (notazione dotted). Questo significa che la quantità di indirizzi IPv4 possibili corrisponde a 2^32 (due alla trentaduesima), ovvero circa 4,3 miliardi.
Essendo utilizzati da decenni, la maggior parte degli indirizzi IP in circolazione sono IPv4, non IPv6.
2. Sono gli indirizzi IPv4 che si stanno esaurendo, non gli IPv6
Il 25 novembre 2019, il RIPE NCC, l’istituto che controlla le risorse mondiali di internet, ha rilasciato gli ultimi indirizzi IPv4 esistenti. Come avrai capito però, l’internet continua a funzionare nonostante gli indirizzi IP standard si stiano esaurendo.
Questo è dovuto in parte a tecnologie come la NAT (Network Address Translation), che consentono di mappare molti indirizzi IP privati su un solo IP pubblico. Inoltre, esistono anche dei mercati che vendono e riallocano indirizzi IPv4 più vecchi, consentendone il loro riutilizzo. Soprattutto però, il motivo per cui gli indirizzi IP non si esauriranno mai, è l’esistenza di un nuovo standard: l’IPv6.
3. Gli indirizzi IPv6 sono 340 bilioni di bilioni
Lo standard IPv6 è stato sviluppato verso metà degli anni ’90, ed è stato lanciato ufficialmente nel 2012. Essendo la versione più recenti del protocollo internet, questi indirizzi sono da 128 bit, consentendo in teoria oltre 340 quadrilioni di identificatori univoci.
Insomma, al momento è previsto che la tecnologia IPv6 ci basterà per parecchio tempo!
4. Gran parte delle utenze ancora non sono passate all’IPv6
Se la tua linea non è ancora passata all’IPv6, non hai nulla di cui preoccuparti. In realtà infatti non hai molto controllo sull’indirizzo IP pubblico con cui navighi, visto che ti viene assegnato dal suo provider internet (come Vodafone, TIM, Fastweb…).
Perché l’adozione dello standard IPv6 sia completa, è necessario che tutti i dispositivi, siti web e reti siano compatibili. Tuttavia, per la maggior parte delle aziende interessate, il passaggio all’IPv6 richiede molti sforzi, senza che la resa ne valga la pena. Anche molti provider internet infatti preferiscono far ricircolare indirizzi IPv4, piuttosto che passare a quelli IPv6. Per ora è la via più semplice, ma man mano che il prezzo degli indirizzi IPv4 riciclati salirà, l’incentivo a passare all’IPv6 crescerà naturalmente.
5. IPv4 e IPv6 coesisteranno per un po’
Gli indirizzi IPv4 e IPv6 dovranno coesistere per diversi anni, persino un decennio, così come di fatto già accade. Questo in parte è un problema, perché IPv4 e IPv6 non sono stati creati per interoperare direttamente. I dispositivi IPv4 necessitano di una NAT (Network Address Translator) per comunicare con dispositivi IPv6. In poche parole, è inevitabile che ci siano un po’ di conflitti e resistenze per il passaggio all’IPv6, ma è un problema che dovranno affrontare gli operatori di rete e i produttori di dispositivi.
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