Le tematiche legate alla privacy sono tra le più importanti che hanno fatto parlare di sé nel corso degli ultimi anni, sia per colpa del caso Cambridge Analytica, sia a causa dei Facebook Papers.
I grandi scandali legati ai giganti del mondo della tecnologia hanno portato con sé problematiche legate al mondo della sicurezza online e della privacy. Per questo oggi vengono proposte l’implementazione di regole più severe e un utilizzo più capillare di strumenti come le VPN Android e altro.
L’ultimo fattaccio viene da una lunga e onnicomprensiva inchiesta portata avanti da Forbes. Il protagonista è Google Chrome, anzi, a essere più precisi, il rapporto poco chiaro che Google Chrome ha con l’utente e con dispositivi come gli smartphone Android.
Altri articoli che potrebbero interessarti:
- Le migliori VPN del [current_date]: le più veloci, sicure e performanti
- Recensione NordVPN [current_date]: la miglior VPN sulla piazza?
- DuckDuckGo è un motore di ricerca sicuro?
In che scandalo si è cacciato Chrome stavolta?
Un lungo articolo di Forbes spiega la situazione in maniera precisa facendo un paragone piuttosto semplice tra il comportamento di Facebook e il comportamento di Google.
Facebook, ad esempio, si è dimostrato capace di estrapolare dai comportamenti delle persone dati sensibili attraverso l’utilizzo di strumenti come l’accelerometro, in modo da triangolare le posizioni dei suoi utenti.
Mentre Facebook si “limitava“ a raccogliere queste particolari tipologie di dati unicamente per sé stesso, Google Chrome lo faceva per altri. Infatti, questi dati sul comportamento o sulle attività dell’utente vengono forniti al migliore offerente.
Il browser, permetteva ai siti web ottimizzati per mobile di controllare direttamente i sensori del dispositivo. Il problema, per di più, esiste solo su Android. Infatti, su iOS questa caratteristica si scontra con la direttiva di Apple che disabilita in maniera predefinita l’accesso ai sensori di movimento e posizione per tutte le applicazioni.
Il ricercatore Tommy Mysk ha raccontato ai microfoni di Forbes la gravità della situazione. Questa consiste nel fatto che il sensore di movimento di uno smartphone Android è accessibile a tutti i siti web per impostazione predefinita se si utilizza Chrome. Tale impostazione vale anche per chi utilizza il browser in modalità privata o in modalità incognito: un vero e proprio disastro.
Quali sono le implicazioni per la privacy degli utenti Chrome?
Il colosso di Mountain View ha risposto alle dichiarazioni di Forbes con un comunicato stampa. Google ha infatti dichiarato di star lavorando in maniera costante dal 2019 per permettere all’utente di controllare in maniera capillare come i siti web interagiscano con gli strumenti di uno smartphone Android. A conti fatti però, al momento l’approccio di Apple sembra l’unico ad aver effettivamente funzionato.
Il motore di rendering di Safari, Webkit, dall’uscita di Safari 13 nel 2019, ha introdotto permessi specifici per qualsiasi sito web che intendesse richiamare l’accelerometro.
Questo accade perché la stragrande maggioranza degli script di terze parti per le pubblicità accede ai dati dei sensori. Così è possibile misurare le interazioni del navigante con gli annunci, verificando le impression generate dagli annunci stessi e quindi tracciando i dispositivi.
Secondo le analisi del gruppo di Mysk, gli script possono inviare i dati grezzi provenienti dai sensori degli smartphone Android direttamente a server remoti.
Cosa bisogna fare in questi casi?
Per prima cosa bisogna partire dalle ricerche fatte da Tommy Mysk e soci, che hanno evidenziato come Google Chrome sia materialmente predisposto per consentire queste fughe di dati.
Esistono diverse soluzioni per risolvere questa problematica. Alcune prevedono un cambio di browser drastico, altre addirittura il cambio di environment. Infine, il consiglio è quello di ricorrere a uno strumento molto utile: una VPN Android.
Perché parliamo di cambiare browser?
Perché problemi del genere sono dati dal funzionamento stesso di Chrome: passando a Safari, Opera, Firefox, Brave o altri prodotti simili su Android, non si corre il rischio di vedere i dati del proprio accelerometro venir pescati dagli script pubblicitari presenti su molti siti internet.
Se si ha come imperativo morale quello della privacy, potrebbe essere sensato passare a un prodotto Apple invece di scegliere uno Android.
Se invece si vuole continuare a usare sia Chrome che un prodotto Android, beh, il trucco è semplice: è necessario sfruttare una VPN Android.
Perché una VPN Android è una buona soluzione?
La VPN Android è uno strumento che, attraverso un particolare sistema di comunicazione, rende inutilizzabili agli occhi di inserzionisti pubblicitari o grandi siti, i dati che vengono raccolti dal proprio smartphone.
Le VPN Android hanno la capacità di crittografare la posizione e il flusso di dati che partono da un dispositivo, attraverso la collaborazione di server sparsi in tutto il mondo.
Ciò è possibile grazie all’arma segreta delle VPN Android: il protocollo di tunneling. Gli usi di una VPN Android non si fermano soltanto alla protezione della privacy, ma vanno anche oltre, permettendo ai propri utenti di bypassare i firewall a monte (come accade in Paesi con libertà di espressione limitata) o di nullificare i confini virtuali che vengono generati attraverso il geo-fencing. Quando si viaggia, inoltre, usare una VPN Android permette di prevenire eventuali attacchi man in the middle, molto comuni se si utilizzano reti wireless gratuite poco sicure.
Cosa ne pensi di questo ennessimo scandalo sulla privacy di Google e del suo browser Chrome? Che browser usi sul tuo smartphone Android? Commenta qui sotto e condividi questo articolo con i tuoi amici! Non dimenticarti di iscriverti alla newsletter di Stolas Informatica e di seguirci su Facebook, Instagram e Telegram per rimanere sempre aggiornato!
Caricamento...
