L’India e i Social Network: Il caso Twitter e l’arrivo di Koo

L'India ha varato una legge che rende le piattaforme social responsabili dei contenuti pubblicati...

Secondo l’ultima legge varata dal governo indiano, gli utenti di Twitter in India non saranno più responsabili delle proprie azioni sul social network. A risponderne, secondo Nuova Delhi, sarà lo stesso Social Network. Quindi se d’ora in avanti un utente indiano di Twitter pubblicherà post non conformi alle leggi del paese, il governo potrà processare direttamente Twitter. Come se fosse direttamente responsabile di tutto ciò che pubblicano i suoi utenti. Come un editore, in parole povere.

La decisione è stata presa dopo che il Social non ha rispettato le nuove regole IT disposte dal governo ed entrate in vigore lo scorso maggio. Le autorità avevano chiesto a Twitter di nominare un responsabile del controllo di conformità, un addetto alle rimostranze e una persona attiva 24/7 per rispondere alle richieste delle forze dell’ordine. Il personale avrebbe dovuto essere tutto indiano. All’azienda americana erano stati dati tre mesi di tempo per conformarsi, così come alle altre aziende IT. Il Social ha comunicato oggi che ci vorranno otto settimane per nominare un funzionario di conformità. È stato inoltre dichiarato che Twitter sta per istituire un ufficio di collegamento in India che rappresenterà il contatto fisico permanente tra l’azienda e il paese.

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Twitter, il Social più popolare al mondo

India Vs Twitter: una storia vecchia

I rapporti tra il governo indiano e il social network americano sono tesi già da qualche tempo. Infatti già a febbraio, la società di Jack Dorsey si era scontrata con le autorità locali che le avevano imposto la rimozione di alcuni account critici verso il governo durante le grandi manifestazioni degli agricoltori. Twitter ha accettato alcune richieste di blocco, ma si è rifiutato di intraprendere azioni legali contro gli account di giornalisti, attivisti e politici.

A maggio invece, gli uffici di Twitter a Nuova Delhi hanno ricevuto una visita dalla polizia. Ciò dopo che la piattaforma aveva etichettato alcuni post di funzionari pubblici come “media manipolati”. Peccato che non c’era nessuno. L’azienda ha definito questa mossa come una tattica intimidatoria, dichiarando la propria preoccupazione per la sicurezza dei propri dipendenti indiani. Da quando sono state varate le nuove leggi sull’IT, Twitter si è sempre dichiarata contro, visto che limitano la libertà di espressione.

India Vs Social: Non solo Twitter

Ma Twitter non è la sola azienda ad avere problemi con il governo indiano. Anche WhatsApp ha recentemente citato in giudizio il governo di Nuova Delhi, affermando che i nuovi provvedimenti sono incostituzionali e danneggiano gravemente la privacy degli utenti. L’India infatti, vorrebbe risalire all’identità degli autori dei contenuti giudicati non conformi alla legge. Ma, come ha fatto notare l’azienda di Mark Zuckerberg, venire incontro a questa richiesta violerebbe la crittografia end-to-end garantita agli utenti.

Anche WhatsApp nel mirino del governo indiano

Tra i due litiganti, il terzo gode: arriva Koo: il “Twitter Indiano”

Ma se le aziende americane faticano a trovare un compromesso con il governo indiano, ecco un nuovo soggetto che forse potrà giovare di tutta questa situazione. Si chiama Koo ed è il Social Network del futuro (almeno per l’India). Come Twitter, Koo è un Social Network di microblogging. Nato nel 2020 a Bangalore, la Silicon Valley indiana e lanciato in piena pandemia da Amprameya Radhakrishna e Mayank Bidawataka. L’obiettivo di Koo è creare un social che usi lingue locali e offra così un servizio più completo per il mercato interno. L’app sembra rispettare appieno i diktat del governo indiano e quindi diversi funzionari del governo hanno iniziato a manifestare apprezzamenti, anche tramite post su Twitter. Ciò ha spinto diversi finanziatori locali a investire nel Social dell”uccellino giallo” (il simbolo di Koo) e quindi a far crescere l’azienda in breve tempo.

il logo di Koo

Il governo Indiano e la scusa del “colonialismo digitale”

Per giustificare le proprie mosse un tantino liberticide, il governo indiano ha parlato di Twitter, WhatsApp e le altre compagnie internazionali di IT in termini di “colonialismo digitale”. Secondo il governo, bisogna promuovere le aziende indiane con sede in India, per questo le multinazionali americane non godono dello stesso endorsment di cui gode Koo.

Cosa ne pensi della regolamentazione dei social network come Twitter da parte dell’India? Lo sai che Twitter ha abbandonato i Fleets? Commenta qui sotto e condividi questo articolo con i tuoi amici! Non dimenticarti di iscriverti alla newsletter di Stolas Informatica e di seguirci su FacebookInstagram e Telegram per rimanere sempre aggiornato!

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