É successo a gran parte dei giochi tradizionali. E succederà ancora. Il poker è uno di questi e non è riuscito a sottrarsi alla digitalizzazione che lo ha inghiottito senza alcuna resistenza.
Tutto ha inizio con la comparsa di videogiochi a tema, in formato app o sulle piattaforme di gaming online. Permettono di giocare partite contro altri utenti e contro il PC utilizzando i classici Bonus Poker creati appositamente per gli utenti già iscritti alla piattaforma e per i nuovi player. Ma in tutto questo c’è un elemento imprescindibile frutto del progresso, o presunto tale. Si tratta dell’Intelligenza Artificiale. Ma come funziona e come è stata creata questa intelligenza robotica che consente di giocare a poker online contro il PC con livelli di difficoltà differenti?
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Silicon Valley, California. É il 2019 quando Facebook e i ricercatori della Carnegie Mellon University, in particolare Noam Brown e Tuomas Sandholm, sviluppano Pluribus: la nuova Intelligenza Artificiale fortissima a poker. I risultati dell’esperimento vengono subito pubblicati sulla rivista scientifica Science. Pluribus, gioca a Texas contro avversari umani e contro se stessa. Vince una media di 5.000 dollari per mano. I risultati sono straordinari.
Il metodo di allenamento della macchina è diverso dal solito. In pratica, l’AI sviluppata per i giochi al tavolo viene allenata a prevedere al massimo due o tre mani successive a quella in corso, al posto di predire l’intero esito di una partita. Lo studio spiega che questa soluzione ha reso possibile progressi superiori alle aspettative, perché in molti casi nel poker le strategie a breve termine sono più vantaggiose rispetto a quelle a lungo termine. Come gran parte delle forme di AI, il sistema impara dai propri errori, giocando contro se stesso migliaia di partite. Come se non bastasse, Pluribus ha imparato anche a bluffare, ingannando in più occasioni i giocatori professionisti, ha dichiarato a “The Verge” uno dei ricercatori.
Il meccanismo di machine learning prevede la cosiddetta astrazione dell’azione e dell’informazione, che consente all’AI di superare i problemi che nascono quando il numero di variabili, in questo caso legato al numero di giocatori, genera un numero esponenziale di possibili conseguenze. La strategia adottata dall’Intelligenza che gioca al poker è quella di calcolare le probabilità che un evento si verifichi solo nel breve termine. In altre parole, come sottolineato da Facebook e dai ricercatori della Carnegie Mellon University, il software adotta strategie a breve termine, senza predire tutti i percorsi attraverso i quali la partita potrà evolversi, ma prevedendo solo le prossime mosse dei giocatori.
Quando alcuni dei migliori giocatori di poker al mondo sono stati battuti da Pluribus, magari anche attraverso un cinico bluff robotico in puro stile Westworld con Anthony Hopkins, i ricercatori si sono chiesti se fosse subito possibile stabilire la possibilità che una AI sia in assoluto più abile a giocare a carte rispetto agli umani. Una cosa è certa, la sconfitta dei top player sancisce l’impossibilità del confronto con un giocatore di media caratura: per la serie don’t try this at home. E adesso che l’Intelligenza Artificiale si è intromessa anche nel mondo del poker e dei giochi di carte al tavolo verde, la sua applicazione online sarà sicuramente pervasiva. E certamente andrà regolamentata.
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