Come usare l’attributo Rel NOFOLLOW per la SEO

In quali casi è utile l'attributo nofollow sul tuo sito web? Come puoi usarlo per migliorare la SEO?

Non hai capito a cosa serva l’attributo rel nofollow? Non sai come utilizzarlo sul tuo blog? Vuoi sfruttare al massimo i link del tuo sito web per migliorarne la SEO e quindi il posizionamento su Google? Sei nel posto giusto! In questo articolo infatti, i nostri esperti SEO di Roma ti spiegheranno tutto quello che c’è da sapere sull’attributo rel Nofollow e come questo possa danneggiare o migliorare il posizionamento del tuo sito web a seconda di come viene utilizzato!

Google ha introdotto l’attributo nofollow nel 2005. All’inizio l’idea era quella di consentire ai siti di linkare a risorse esterne indicando però al motore di ricerca di non fidarsi del sito linkato. I crawler di Google quindi non seguono i link segnati come nofollow, ignorandoli. Tuttavia, come spesso succede per le pratiche SEO, questa caratteristiche è stata abusata così tanto che dal 2015 Google ha modificato il modo in cui legge questa informazione. Continua a leggere per scoprire tutto sull’attributo rel nofollow! 

Altri articoli che potrebbero interessarti:

rel-nofollow-seo-copertina

Tutti i link Nofollow?

Alcuni webmaster hanno configurato i propri CMS, come WordPress, in modo tale da far figurare automaticamente quasi tutti i link in uscita con l’attributo nofollow. In questo caso però, oggi Google segna questo genere di utilizzo dell’attributo come “abuso“, vedendolo come un tentativo del sito di bloccare il passaggio di fiducia (Domain Trust) ad altre fonti. Alla fine quindi Google controllerà comunque questi siti di terze parti, per stabilire in autonomia se siano fonti affidabili o meno. Insomma, abusare dell’attributo rel nofollow non frega più nessuno.

L’algoritmo di Google funziona nel seguente modo: controlla che altri siti con collegamenti allo stesso URL abbiano applicato l’attributo nofollow. In caso contrario, Google concluderà che il tag è stato utilizzato solo per inviare un falso segnale al motore di ricerca provando a migliorare la propria SEO a discapito della fonte.

Per avere un metro di riferimento, in un articolo di SEMRush sul rel nofollow, gli scrittori dichiarano che i link con questo attributo non dovrebbero mai superare il 20/40% dei link in uscita complessivi di un sito web.

Impostare il Rel Nofollow solo su alcuni link va bene?

Avrai capito che mettere solo pochi link dofollow (quelli che Google può seguire) e quindi lasciare tutti gli altri come nofollow ti farà solo penalizzare da Google. Di solito questa è una strategia utilizzata da siti che vendono backlink, ovvero link ad altri siti web inseriti in post e articoli pubblicati appositamente. Tuttavia, la vendita di  backlink è vietata dalle linee guida di Google, che utilizza tecniche sofisticate per identificare le link farm artificiali. 

Il modo più semplice usato da Google per identificare questo genere di strategia blackhat è controllando lo sviluppo storico dei backlink. Se un sito dovesse ottenere migliaia di backlink da un giorno all’altro senza alcun motivo, Google segnalerà subito l’accaduto. Quindi, penalizzerà non solo il sito web che ospita il backlink, perché li vende, ma anche il sito destinatario, perché li compra.

Un’azione manuale di Google in questo senso può portare a una perdita di traffico consistente, fino al 90%.

Come usare l’attributo Rel Nofollow correttamente per la SEO

I due principi più importanti da tenere a mente per l’utilizzo corretto dell’attributo rel nofollow sono attinenza e affidabilità. Se un link è attinente all’articolo in cui è inserito e la fonte è affidabile, non si dovrebbe usare l’attributo nofollow.

Per esempio, considera il link all’articolo di SemRush sull’attributo nofollow che abbiamo inserito nella prima sezione di questo post. Se lo avessi segnato con rel=”nofollow”, avremmo dato il segnale sbagliato a Google. L’articolo di Semrush infatti parla dell’attributo nofollow, quindi è attinente, e il sito è una delle fonti più autorevoli e affidabili sulla SEO, cosa che Google sa benissimo. Il motore di ricerca quindi avrebbe segnalato il nostro nofollow come un abuso. 

Nel [current_date], è ancora vero che la fiducia data al nostro sito, viene ridistribuita verso tutti i siti a cui linkiamo. Quindi, cosa puoi fare se non vuoi “sperperare” la fiducia ottenuta dal tuo sito web? In questo caso, è molto meglio non mettere affatto un link, piuttosto che metterne uno con l’attributo rel nofollow. In questo caso però, dovresti ricordarti che parlare di un articolo o di una fonte senza inserire un collegamento potrebbe peggiorare la User Experience del tuo sito web.

Pronto a migliorare la tua SEO?

Parlarci della tua attività e ti diremo quanto possiamo farti crescere!

Prenota la tua consulenza gratuita!

Hai capito come usare al meglio l’attributo rel Nofollow per la SEO del tuo sito web? Vorresti saperne di più? Commenta qui sotto e condividi questo articolo con i tuoi amici! Non dimenticarti di iscriverti alla newsletter di Stolas Informatica e di seguirci su FacebookInstagram e Telegram per rimanere sempre aggiornato!

Indice

Il tuo indirizzo IP è:

18.97.9.169

La tua posizione è:

Ashburn,

USA

Il tuo indirizzo IP e la tua posizione sono visibili a chiunque.

Torna in alto

Offerta a tempo limitato:

Giorni
Ore
Minuti
Secondi

Risparmia il 72%!

su VPN + Antimalware!

Garanzia soddisfatti o rimborsati di 30 giorni

Offerta a tempo limitato:

Giorni
Ore
Minuti
Secondi

Risparmia il 72%!

su VPN + Antimalware!

Garanzia soddisfatti o rimborsati di 30 giorni

Indice

Il tuo indirizzo IP è:

18.97.9.169

La tua posizione è:

Ashburn,

USA

Il tuo indirizzo IP e la tua posizione sono visibili a chiunque.